Il Nostro Progetto

LE CHIAVI DEL PROGETTO

Il Villaggio della Speranza è un centro pensato per i bambini orfani di entrambi i genitori e malati di AIDS.

Il progetto si articola su più punti: Accoglienza di bambini in case famiglia Il primo passo è stato quello di ricreare un ambiente familiare che ospitasse i bambini e alleviasse gli effetti della malattia dal punto di vista medico, psicologico e affettivo. Molti di loro, infatti, dopo la morte dei genitori si trovano in uno stato di completo abbandono; è perciò necessario che siano circondati dall’affetto di una famiglia, ricevano un’alimentazione adeguata e frequentino la scuola.

A tale proposito sono state costruite dodici case famiglia dove i bambini vivono con i genitori adottivi. Essi sono supportati nel loro compito da un’infermiera che li aiuta quotidianamente nelle faccende domestiche. Scolarizzazione Il ritmo di vita giornaliero è quello di una qualsiasi altra famiglia: dopo la colazione i piccoli vanno all’asilo mentre i più grandi alla scuola elementare, a circa 300 metri di distanza fuori del Villaggio.

Essa rappresenta un’opportunità di inserimento nel contesto più ampio della comunità perché le classi sono frequentate anche da bambini sani e questo permette la nascita di amicizie che vanno al di là dei pregiudizi verso i malati di AIDS, ancora molto forti nella realtà tanzaniana. Attraverso l’istruzione è possibile abbattere le barriere della discriminazione che circondano le persone affette dal virus HIV e combattere la segregazione in cui troppo spesso sono costrette a vivere. La formazione e l’educazione scolastica sono il motore di questo processo di integrazione, perciò il progetto vuole garantire oltre all’istruzione primaria anche quella secondaria.

L’insegnamento superiore completerà la preparazione dei ragazzi, porrà le basi per proseguire ulteriori studi o darà loro gli strumenti per apprendere un mestiere, rappresentando così la speranza di un futuro migliore e il presupposto all’indipendenza fuori del Villaggio.

Il complesso scolastico potrà accoglie-re 420 alunni di cui 150 provenienti dal Villaggio della Speranza che, ormai grandi, vivranno nello studentato at-tualmente in costruzione. I ragazzi malati continueranno ad essere seguiti sotto ogni aspetto negli ambulatori del centro ma, allo stesso tempo, non abitando più nelle case famiglia lasce-ranno il posto ad altri orfani.


Out Reach Program (Assistenza estesa all’esterno)
Il progetto si è proposto da subito di estendere l’assistenza medica ai bambini HIV positivi che
vivono fuori del Villaggio e hanno ancora chi può prendersi cura di loro. Quando è necessario il genitore stesso entra in terapia e viene visitato regolarmente, ricevendo anche un aiuto
per le necessità scolastiche dei figli e un supporto alimentare. In tal modo l’adulto riacquista
un tenore di vita che gli permette di gestire oltre alla propria terapia anche quella del figlio e,
ritrovando la voglia di ricominciare, recupera la speranza di un futuro per entrambi.

Maternità Sicura e parto protetto Il programma intende ridurre la trasmissione verticale del virus HIV dalla mamma al neonato per far nascere bambini sani e migliorare le condizioni fisiche delle madri. Particolarmente importante è l’attività di formazione che da una parte mira alla prevenzione della malattia e dall’altra orienta le donne in stato interessante a sottoporsi al test HIV prima del parto. Se l’esito del test risulta positivo viene loro proposta la terapia antiretrovirale.

La somministrazione di questi farmaci può infatti ridurre la probabilità di trasmissione del virus dalla madre al feto. Nel centro la gravidanza è monitorata, si curano le infezioni spesso concomitanti con l’AIDS e si integra l’alimentazione delle pazienti.

È necessario infatti sostituire l’allattamento al seno con latte alternativo e questo comporta cambiamenti di abitudini medico-sanitarie ed anche culturali. Tutto questo potrebbe sembrare molto facile, ma non è così. Chi decide infatti di seguire la terapia deve innanzitutto accettare la propria sieropositività e, in seguito, rinunciare all’allattamento al seno. Aiutare le madri ad accettare la malattia, istruirle nella preparazione del latte artificiale con acqua potabile, fornire loro una formazione professionale sono i punti cardine di questo progetto

IL CUORE DEL VILLAGGIO
L’area scelta per la costruzione del Villaggio si trova a 6 Km dalla capitale Dodoma, sulla strada che da Morogoro, prosegue verso la regione dei Grandi Laghi tanzaniani.
Nel 2000 Suor Rosaria acquista un’area di 5 ettari in piena savana e nel 2001, con la trivellazione del primo pozzo, prendono avvio i lavori di pulitura e di recinzione del terreno. Inizialmente non si pensava che questo luogo potesse diventare, in così pochi anni, centro di accoglienza, prevenzione, analisi, cura e formazione. L’idea era di ospitare alla fine dei loro giorni i bambini orfani affetti da HIV. Non si poteva sapere quanto avrebbero potuto sopravvivere ma, constatando che crescevano bene nonostante la malattia, nacque l’esigenza di ampliare la struttura con altre unità e servizi.

Attualmente il Villaggio ospita 150 orfani. Il Villaggio ha una forma circolare. Al centro vi sono le dodici case famiglia destinate ad accogliere i genitori adottivi e i bambini, perché proprio questi ultimi rappresentano il cuore del progetto.

Nel 2002 erano già state costruite le prime due, nel 2004 sono state terminate le restanti dieci. Una coppia di sposi con esperienza nell’educazione dei figli svolge il compito di genitori adottivi.

UNA PICCOLA AZIENDA AGRICOLA PER L’AUTOSUFFICIENZA
Con l’arrivo dei bambini era necessario provvedere al loro nutrimento. Costruire la stalla ha permesso di avere a disposizione una grande quantità di latte sicuro. Un’ulteriore stalla è stata terminata nel 2007 appena fuori del Villaggio, in un terreno acquistato nel 2005.

La struttura metallica portante proviene da un cantiere di Impruneta, fu spedita in un container e successivamente montata e ampliata fino a raggiungere una superficie di 800 mq.

TUTTI A SCUOLA
Le cure riuscivano a tenere sotto controllo la malattia ed era necessario provvedere alla scolarizzazione dei ragazzi. Nel 2003 è stato inaugurato l’asilo e nel 2005 sono stati acquistati ulteriori 9 ettari di terreno destinati alla costruzione della scuola primaria che dal 2007 ha dato loro la possibilità di proseguire l’iter scolastico. Contemporaneamente sono stati ultimati i primi 4 appartamenti per i maestri.

La scuola è diventata un punto di riferimento per l’intero circondario. È pubblica e non si paga una retta. Il Villaggio si preoccupa di fornire il materiale didattico e di pagare gli stipendi agli insegnati.
Le classi sono frequentate anche da bambini sani e non orfani, provenienti dalle aree circostanti e questo è importante ai fine dell’integrazione nella società dei bambini malati.

Nel 2009 hanno avuto inizio i lavori per la scuola secondaria una cui parte è stata inaugurata a gennaio 2010. Sono poi stati costruiti gli alloggi per gli insegnanti e quattro ostelli che ospitano gli studenti esterni e i ragazzi del Villaggio ormai maggiorenni che, vivendo vicini al centro, continueranno ad essere monitorati e curati.